Un tributo al grande scultore che trascorse 10 anni nella città patavina

A Padova Donatello visse dal 1443 al 1453, anni in cui la città divenne uno dei centri principali del Rinascimento, e questo caratterizzò il suo stile secondo un naturalismo talora rude segnato da una componente ancora tardogotica. Quest’anno Padova ricorda questo momento determinante della sua storia artistica con una serie d’importanti mostre e iniziative in quattro sedi diverse, in mostra fino al 26 luglio.

 

DONATELLO E LA SUA LEZIONE
Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento

Padova, Musei Civici agli Eremitani e
Palazzo Zuckermann

 

DONATELLO SVELATO
Capolavori a confronto
Padova, Museo Diocesano

DONATELLO AL SANTO DI PADOVA
Padova, Museo Antoniano e Basilica del Santo
percorso didattico

 

GIOIELLERIA CONTEMPORANEA. OMAGGIO A DONATELLO
Premio Internazionale Mario Pinton
seconda edizione

Padova, Oratorio di San Rocco
da 9 maggio- 26 luglio

Nella mostra allestita ai Musei Civici, la lezione del Maestro rivive in uno straordinario percorso che dai capolavori di Donatello conduce alla scoperta di preziose sculture in bronzo e terracotta degli artisti che continuarono e svilupparono la sua rivoluzione proprio a Padova. Testimonianze dell’altissima qualità raggiunta da Bartolomeo Bellano, Andrea Briosco detto il Riccio e Severo da Ravenna sono riunite per la prima volta agli Eremitani, mentre l’influenza del nuovo linguaggio rinascimentale nelle oreficerie sacre risplende nel vicino Palazzo Zuckermann, dove prosegue la mostra, con gli straordinari manufatti del Tesoro del Santo.

 

Donatello svelato – Capolavori a confronto

Credenti o non, sarà difficile non emozionarsi di fronte ai tre Crocefissi di Donatello  posti vis a vis nella mostra “Donatello svelato. Capolavori a confronto” allestita al Diocesano di Padova dal 28 marzo al 26 luglio, per iniziativa della Diocesi di Padova.

Il termine “svelato” utilizzato nel titolo non è affatto casuale. Al centro dell’esposizione si trova infatti un Donatello che va ad aggiungersi al catalogo delle opere certe del maestro fiorentino, il Crocifisso dell’antica chiesa padovana di Santa Maria dei Servi.
Svelato nell’attribuzione ma anche nella sostanza perché, sino al restauro voluto dal Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto Ugo Soragni e condotto dalla Soprintendenza per beni storici, artisti ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso con la collaborazione della Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia nel laboratorio di Udine di quest’ultima, la scultura lignea si presentava con le parvenze di un bronzo, per effetto di uno spesso strato di ridipinture. Affidato alle sapienti cure dei restauratori Angelo Pizzolongo e Catia Michielan, sotto la direzione di Elisabetta Francescutti, il grande Crocifisso è emerso in tutta la straordinaria finezza dell’intaglio e nella originale cromia.
La mostra, ospitata nello scenografico Salone dei Vescovi, offre così l’occasione storica di ammirare riuniti per la prima volta tre grandi Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze (1406-08) – oggetto di una celebre gara con l’antagonista Filippo Brunelleschi raccontata da Giorgio Vasari nelle sue Vite -, quello dei Servi e quello bronzeo della Basilica di Sant’Antonio a Padova (1443-1449).
Un’opportunità assolutamente unica e inedita di osservare da vicino i tre capolavori, leggendo attraverso di essi il percorso compiuto dall’artista dagli anni giovanili alla piena maturità, e di confrontarsi con il fulcro del messaggio cristiano attraverso l’interpretazione che un grande artista del Rinascimento ne ha dato nel corso della sua esistenza.

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